Niente rende un avvocato più coraggioso della paura di chi lo vuole intimidire
Certo si sà, gli avvocati non sono tra i più amati e ben visti dalle persone, ci considerano squali che guadagnano troppo senza mai rischiare nulla in proprio, e per la verità neanche tra gli addetti al settore giustizia e neppure all’interno della stessa categoria professionale c’è molto spirito di solidarietà, però quando ad una avvocatessa (o avvocata, come a molti piace boldrinamente dire) impegnata in prima linea come difensore di parte civile -dalla parte delle vittime, per capirci- in importanti processi penali nella sua città (Biella) e in tutti i processi penali sui maggiori disastri nazionali, aprono nottetempo e per due volte di seguito l’autovettura sotto casa, senza forzare le serrature nè toccare o prendere nulla all’interno ma lasciandole la vettura con accese le quattro frecce, non si può fare a meno di dire che non si tratta di un atto vandalico né di un ipotetico tentativo di furto di qualche balordo, ma di un chiaro segnale. Qualcuno vuole far sapere all’avvocato Alessandra Guarini che è in qualche modo vulnerabile. Che dovrebbe aver paura a fare il suo lavoro, ed a farlo bene come fa sempre, a testa alta e senza fare sconti a nessuno, perseguendo sempre la giusta difesa legale dei propri clienti, chiunque essi siano, e non considerando se dall’altra parte ci sono persone più o meno influenti, pericolose o presunte tali, chiunque esse siano.
Quando questi palesi tentativi di intimidazione avvengono in danno di altri soggetti (oltre ai magistrati, che per loro natura di accusatori o giudicanti sono ovviamente i più altamente esposti e da proteggere) come giornalisti, politici o conduttori televisivi, si attiva immediatamente la gara di solidarietà ad ogni livello, nei casi di minacce accertate viene spesso disposta una misura di protezione e nei casi più gravi addirittura la scorta. Per i medici ad esempio, nei confronti dei quali sono in aumento i casi di violenze o minacce in corsia, ogni condotta vile e violenta viene riferita ormai pacificamente alla fattispecie di reato prevista dall’articolo 336 c.p. rubricato “violenza e minaccia a pubblico ufficiale” e da tempo si discute del ddl antiviolenza per medici, infermieri o OSS che prevede l’inasprimento delle pene fino a 16 anni per chi aggredisce il personale sanitario e ne impedisce o cerca di ostacolare il normale svolgimento delle funzioni.
Per gli avvocati no, anche se è una donna. Niente codice rosso né solidarietà. Niente riconoscimento di un ruolo istituzionale, l’avvocato non è un pubblico ufficiale ma un “esercente un pubblico servizio”. Bella differenza, sembra uguale ma non lo è. L’avvocato non lavora solo in aula, ma solo lì la sua protezione è garantita. Ti sei scelta un lavoro scomodo, stai pestando i piedi alle persone sbagliate, vuoi denunciare ingiustizie inaccettabili e barbarie commesse da distinti signori in giacca e cravatta scura? problemi tuoi.
Fino a quando però quell’avvocato non è il TUO avvocato, quello che cerca di garantire a te o alla tua famiglia un giusto processo, l’accertamento delle responsabilità secondo le regole del nostro codice penale, e non secondo la legge dei più potenti, dei prepotenti, degli speculatori sulla vita altrui o dei mafiosetti. In quel momento il problema diventa anche il tuo, il nostro, di tutti. Esistono percorsi di tutela e di indagine, e sono stati subito tutti attivati efficacemente.
Ma se ad un brillante ed appassionato avvocato come Alessandra Guarini aprono l’automobile nel tentativo di intimidire e una tale cosa avviene non in Calabria o nell’ambito di un girone dell’antimafia, ma nel profondissimo nord, nella terra dei tessili di pregio, degli industriali e dei massoni (eh si.. dei massoni, quel tipo di gente che secondo la recente indagine sulla ‘Ndrangheta se la faceva coi calabresi e si metteva a servizio delle cosche per agevolarne le attività di lobbing delittuose presso le istituzioni, dei quali evidentemente scimmiottano queste subdole tecniche di persuasione), ecco allora mi incazzo veramente, non tanto per il senso di romantico anacronismo del gesto in sé, ma perché so che la paura non può vincere l’amore, amore per il proprio lavoro, per i propri clienti e per la Giustizia: può avere paura solo chi non ha fiducia in se stesso, caratteristica che non manca in genere agli avvocati ed immeritatamente anche al sottoscritto, ma io ho sopratutto assoluta e ben motivata fiducia nell’avvocato Guarini, e nella sua determinazione. Fossi in quelli che vanno in giro di notte ad aprirgli la macchina starei molto attento a non farla incazzare.
Massimiliano Gabrielli, avvocato in Roma