La sentenza della Corte di Cassazione n.11448/2017 del 10/05/2017, si è espressa su uno degli argomenti più “caldi” in materia di separazione dei coniugi e in particolare sull’affidamento dei figli minori con collocazione presso la residenza del padre, nel caso in cui a seguito della separazione, questi abbiano manifestato un disagio nel stare con la madre, perché quest’ultima in più occasioni gli imponeva la continua presenza del nuovo compagno, senza lasciar loro il tempo per elaborare il cambiamento del nucleo familiare.
Un argomento di grande importanza sul quale la Cassazione ha voluto sottolineare alcuni aspetti espressi già nella Carta dei diritti dei minori, in particolare all’art. 8, in cui si afferma il diritto dei figli ad avere del tempo per abituarsi ai cambiamenti, a causa della separazione dei genitori e ad elaborare “l’ingresso” di nuovi fratelli o di nuovi partner. I figli hanno il diritto di essere confortati in merito a nuove relazioni che possono nascere dalla separazione dei genitori e soprattutto di non essere coinvolti nei conflitti tra questi ultimi.
Nella suddetta sentenza, la Cassazione, rimarcando il principio secondo cui i figli hanno diritto al rispetto dei loro tempi, ha ritenuto corretta la collocazione dei figli presso il padre se la madre impone una presenza eccessiva del suo nuovo partner ai figli, così come deciso già dai giudici del merito in grado di Appello, poiché i minori manifestavano un forte disagio e turbamento per l’eccessiva tendenza della madre a coinvolgere nella loro vita il suo nuovo compagno.
La decisione della Corte di Cassazione si pone in contrapposizione con quanto sostenuto dalla madre della prole nel ricorso, poiché quest’ultima vedrebbe in essa una violazione dell’art. 155 c.c., il quale afferma che “In caso di separazione personale dei genitori, il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale”, e pertanto verrebbe leso il diritto dei figli alla bigenitorialità e al mantenimento di stabili relazioni con la madre. Tuttavia la Suprema Corte ha affermato che il motivo addotto dalla difesa risulta inammissibile in quanto il fondamento della decisione si basa sulla preferenza di collocamento dei figli presso il padre. Pertanto non risultano essere violati ne l’art 155 c.c., ne tantomeno l’art. 8 CEDU, in quanto trattasi di una decisione presa in virtù di un malessere e di un turbamento manifestati dai figli in seguito a comportamenti non rispettosi nei loro confronti.
Con la sentenza n.11448/2017, la Suprema Corte ha chiaramente voluto tutelare i diritti della prole, dinanzi a una situazione difficile come quella della separazione, che già di per se crea turbamento e disagio a causa della trasformazione del contesto familiare, a maggior ragione se “a caldo” dovesse subentrare una nuovo partner; in questo senso verrebbe disatteso quanto affermato dall’art. 8 della Carta dei Diritti dei figli nella separazione dei genitori, secondo cui “I figli hanno bisogno di tempo per elaborare la separazione, per comprendere la nuova situazione e per adattarsi a vivere nel diverso equilibrio familiare […]”.
Una decisione che va oltre a quanto stabilito dalla Cassazione nella precedentemente sentenza n.18087/16, in materia di “maternal preference”, la quale afferma che il genitore con il quale i figli devono convivere prevalentemente è la madre, nonostante venga così violato in parte quanto stabilito dall’art. 337-ter c.c. sulla bigenitorialità, ove si afferma che “La responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all’istruzione, all’educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente. Qualora il genitore non si attenga alle condizioni dettate, il giudice valuterà detto comportamento anche al fine della modifica delle modalità di affidamento”.
La sentenza della Cassazione n.11448/2017, segna dunque un grande passo avanti nella tutela dei diritti della prole in seguito alla separazione dei genitori e presenza di nuovi partner, in modo che venga sempre riconosciuto e rispettato il diritto dei figli ad avere il giusto tempo per ambientarsi ed elaborare progressivamente la nuova realtà familiare che emerge in conseguenza della separazione.